Funzione materna e funzione paterna
In molte famiglie di oggi sembra che non esistano più la funzione paterna e quella materna. Non bisogna confondere i termini con i ruoli. La funzione paterna non è, di per sé, solo del padre, così come la funzione materna non è esclusivo appannaggio della madre, anche se è naturale che, soprattutto nei primissimi anni di vita, la madre, incarni decisamente la funzione materna, che è quella votata alla protezione, alla cura. La funzione paterna è, invece, rappresentata dalla spinta verso la scoperta del mondo, della realtà, ma anche dei limiti, dell'esplorazione nelle sue diverse sfumature. La funzione paterna è votata al portare fuori, a guidare.
Ultimamente sembra vacillare molto la funzione paterna: assistiamo a un eccesso di "materno", con una sovrapposizione di posizioni accudenti e, a volte, a una sorta di gara tra il padre e la madre a chi è il miglior costruttore di nido per il bambino. Invece sappiamo che il bambino, per crescere, ha bisogno di entrambe le funzioni: di sentirsi teneramente protetto e, nello stesso tempo, accompagnato nel mondo esterno. I genitori dovrebbero, in sinergia e con alternanza, riuscire a svolgere entrambe le funzioni, quella materna e quella paterna. Non importa che sia sempre il padre a rappresentare il canale di contatto con il mondo, anche la madre può spingere il figlio a scoprire se stesso in relazione all'esterno e guidarlo attraverso principi e valori di vita, che non sono prerogative solo maschili, ma è importante che non ci sia un appiattimento solo sul codice materno.
(F. Broccoli, Lascia che si arrabbi)